CARLO LEVI .
Torino 1902-Roma 1975,
pittore e scrittore Lo zio, I'onorevole Claudio Treves,
è una figura di rilievo nel Partito socialista. Intorno al 1922 il giovane Carlo si lega
d'amicizia a Piero Gobetti, che lo invita a collaborare alla sua rivista "La
Rivoluzione Liberale" e nel 1923 scrive il primo articolo sulla sua pittura per
"LOrdine Nuovo". Gobetti lo introduce nella scuola di Casorati, intorno
cui gravita la giovane avanguardia torinese. Nascono così opere (Autoritratto,
1923 ; Arcadia, 1923; Il fratello e la sorella, 1925) che risentono della lezione
stilistica del maestro, ma che dimostrano anche l'apertura di Levi agli artisti della
"nuova oggettività" (Kanoldt, Schad, Beckmann). In questi anni Levi appare
inserito nell'ambiente culturale di Torino: frequenta Cesare Pavese, Giacomo Noventa,
Antonio Gramsci, Luigi Einaudi e più tardi Edoardo Persico, Lionello Venturi, Luigi
Spazzapan. Nel 1923 soggiorna per la prima volta a Parigi e dal 1924, anno in cui si
laurea in medicina, al 1927 vi mantiene uno studio. Intorno al 1927 la sua pittura subisce
il primo di diversi cambiamenti stilistici, influenzata all'inizio dai fauves e dalla
scuola di Parigi, poi, tra il 1929 e il 1930, da Modigliani.
Alla fine del 1928 forma con Gigi Chessa, Nicola Galante, Francesco Menzio, Enrico
Paulucci e Jessie Boswell il gruppo dei "Sei di Torino", che con lappoggio
di Lionello Venturi ed Edoardo Persico, espone in una serie di mostre che si susseguono
fino al 1931 ( Genova, Milano, Roma, Londra, Parigi). Nel 1930 porta a maturazione un
drammatico stile espressionista, che caratterizzerà i ritratti e i paesaggi di questa
decade. Nello stesso anno compie un viaggio attraverso la Gran Bretagna con Nello
Rosselli. Nel 1931 si unisce al movimento antifascista di "Giustizia e
libertà", fondato tre anni prima da Carlo Rosselli. Lo stesso anno espone a Parigi
presso la Galerie-Librarie Jeune Europe di Antonio Aniante Nel marzo 1934 è arrestato per
sospetta attività antifascista. Alcuni artisti residenti a Parigi (Signac, Derain,
Léger, Chagall ecc. ) firmano un appello per la sua liberazione. Tra il 1935 e il 1936 è
al confino politico in Basilicata, esperienza che gli ispirerà il romanzo Cristo si è
fermato a Eboli (1945), la sua opera letteraria più famosa. Molti quadri dipinti al
confino vengono esposti nelle personali alla Galleria del Milione (Milano 1936) e Galleria della Cometa (Roma 1937). Nel 1937 è a New York
e dal 1939 al 1941 soggiorna a Parigi. Durante la guerra partecipa alla Resistenza in
Italia. Nel 1947 si stabilisce a Roma e si schiera a favore della pittura realista, intesa
però in senso strettamente esistenziale. Molti soggetti pittorici riflettono la sua
partecipazione ai problemi socioeconomici del Mezzogiorno. Negli anni Sessanta imprime una
svolta stilistica alla sua pittura e amplia i valori espressivi in senso più poetico e
universale, suscitando un rinnovato interesse da parte del pubblico e della critica, anche
internazionale, che gli decreta il successo. Nel 1963 è eletto senatore, carica che gli
viene riconfermata nel 1968. Pubblica numerosi scritti politici e letterari, tra cui
"Paura della pittura" (1942), "L'orologio" (1950) e "Le parole
sono pietre".
Bibliografia : C.L. Ragghianti, Carlo Levi , Firenze, 1948. Carlo
Levi- Disegni dal carcere 1934- Materiale per una storia, catalogo della mostra, Roma,
1983; Carlo Levi. Opere dal 1923 al 1973, catalogo della mostra, Perugia, 1988; Gardens
and Ghettos, catalogo della mostra a cura di .V. B. Mann, contributi di E. Braun, F.R.
Morelli, New York 1989, Ferrara 1990 (con il titolo I Tal Yà); Arte della libertà,
caytalogo della mostra a cura di F. Sborgi, Genova 1996. |