GALLERIA DELLA COMETA Nel 1935, l'anno della II
Quadriennale, si apre a Roma la piccola
Galleria della Cometa, guidata da Corrado Cagli e Libero de Libero e voluta dalla
contessa Mimi Pecci-Blunt; prende il nome da un segno araldico
di papa Leone XIII nello stemma di
casa Pecci. È la centrale
del tonalismo romano, con aperture
all'espressionismo. I locali sono costituiti da due piccole sale, molto
eleganti. Così le ricorda Oppo ("La
Tribuna", 1935): "Le pareti rivestite di iuta
giallognola, pavimenti in linoleum verdeoliva cupo,
candidi soffitti, illuminati con sobrietà, un
angoletto di riposo nella parte più
segreta della galleria." Incastrata nel muro, a fianco
dell'ingresso, c'è una colonna romana con
capitello ionico. Rimane attiva
fino all'estate del 1938 (dal 1937 con una succursale a New
York), e viene chiusa per incidenti
legati alla politica razziale del regime.
Si inaugura il 15 aprile 1935 con una mostra di 50 disegni di Corrado Cagli, presentato da
Massimo Bontempelli. Interviene
all'inaugurazione la principessa di
Piemonte; Bottai, amico della contessa, e Alfieri
presenziano spesso alle vernici. Le presentazioni
delle mostre si debbono quasi sempre a
letterati, piuttosto che a critici: Bontempelli, Ungaretti, Alvaro,
Scarfoglio, Cecchi, Solmi, de Libero, de Chirico, Savinio, Barilli, Soffici, Sinisgalli, Moravia, Carrà,
Montale.
Fra le mostre della Galleria della Cometa,
ricordiamo quella di Cagli (aprile 1935);
del 1936 sono Mirko (gennaio), Cagli (gennaio), Janni (aprile), Castellucci e Pincherle (maggio), Melli (novembre). Tra
le personali del 1937, Galassi (febbraio), Manzù
(marzo), Afro (aprile), Levi (maggio), disegni
di de Chirico (novembre); del
1938, Pirandello (gennaio), Tosi
(febbraio); mosaici e affreschi di Severini (marzo), Guttuso (marzo), Messina (aprile), Paulucci
(maggio), Montanarini (giugno). L'annata 1938 si
chiude con una mostra di 50
disegni di Vincenzo Gemito della collezione Minozzi. Fra gli altri nomi
presentati dalla Galleria della Cometa, ricordiamo Mafai, Melli , Colacicchi, Menzio, Tallone, Sclavi,
Tomea, Milena Barilli, Quinto Martini.
Nel 1937 la Galleria della Cometa inaugura la sua succursale a New York,
nei pressi della Quinta Strada. La
prima mostra è un'antologica di pittura
italiana; seguono personali di Cagli, Mirko, Carrà,
de Pisis, Severini, Levi , di Cocco, e un'antologica
del disegno italiano contemporaneo. Per comprendere
l'importanza del ruolo della
Galleria,
è utile questa osservazione di de Libero
("Domus", 1938): "E la prima volta
che la città di New York, ove
le gallerie d'arte francesi dominano il mercato e
l'attenzione, si rende esatto conto della nostra
arte contemporanea. . . "
La Cometa cura un settore editoriale, la cui
attività prosegue anche dopo la chiusura della
galleria. Tra il 1940 e il '42 si pubblica Beltempo, almanacco delle lettere
e delle arti, a cura di Enrico Falqui e Libero de Libero. Il numero del 1942 offre un panorama
quasi completo della pittura dei
romani e oltre: Sinisgalli presenta Scipione e Donghi; Bardi presenta Mafai e de Chirico; Alvaro, Pirandello; de Chirico, Savinio; Longhi, Carrà; Brandi,
Morandi. Nel 1941 viene
chiesto agli artisti di illustrare libri famosi: Mafai traduce l'Epistola
agli ebrei di S. Paolo, Fazzini I Malavoglia
di Verga, Capogrossi L'asino d
'oro di Apuleio, Ziveri I promessi
sposi, ecc.
|